E’
la generazione del nuovo millennio, nata fra gli anni 80 e i primi
anni del 2000, figli
del benessere e della crisi, rappresentano il 24% della popolazione
mondiale:
in
Italia sono 8,6 milioni.
Gli
Echo
Boomers contro i Baby
Boomers
degli anni 60, sono
riformatori
e non rivoluzionari, colti, curiosi
non
mettono i “fiori nei loro cannoni”, non scendono in piazza, la
loro protesta passa attraverso il web.
Attraverso
i social hanno
creato un
linguaggio comune, condividono valori.
Vogliono
una
società
nuova pulita, hanno poca fiducia nella politica ma
credono nelle istituzioni e nelle regole.
Vivono costantemente nella precarietà ma non mollano, cercano un un loro ruolo nella società anche
per cambiare le cose.
Recenti
studi forniscono l’identikit dei millenials, narcisisti con un
incolmabile bisogno di esserci e di essere riconosciuti ma anche
aperti al confronto e socialmente responsabili, impazienti ma anche flessibili e resilienti,
pigri ma competitivi.
E' la generazione di facebook, dei
selfie, degli happy -hour di you tube; sempre in bilico fra il fare e
il non fare, fra il vivere con i genitori e la ricerca di
indipendenza, che però non rinuncia mai ad essere protagonista del proprio futuro.
Sono i figli delle nuove tecnologie eternamente connessi che vivono sospesi tra web e
realtà.
Iperbombardati
dalle informazione, tutto a portata di un click, per loro è più
facile trovare risposte che porsi domande, ma secondo
l’economista J Sachs saranno proprio loro che sapranno cambiare la
società ricostruendola su un “umanesimo responsabile”.
Abituati
ad avere “tutto e subito”, impazienti ma anche capaci i
raggiungere i propri scopi, sanno ricalibrare obiettivi ed energie sperimentando nuove strategie.
Una
generazione complessa, apparentemente contraddittoria ma
probabilmente perfetta per sopravvivere nella nostra società.